Prestiti finalizzati auto: cosa succede in caso di mancato pagamento?

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Sempre più persone scelgono di ricorrere alla formula economica del finanziamento, o meglio, prestito personale finalizzato, per ottenere somme date a credito utili per affrontare spese molto ingenti. Ancora, a fronte di acquisti di beni come l’automobile si preferisce accedere ad un finanziamento per alleggerire l’impatto dell’acquisto sull’economia familiare. Questa tipologia di acquisto aumenta in periodi di crisi o in presenza di situazioni economiche non favorevoli.

Il prestito personale finalizzato può essere un buon vantaggio, ma anche un grande impegno. Infatti, è obbligo per il beneficiario della somma data a credito dover restituire la somma ricevuta attraverso un pagamento rateale prestabilito.

  • La domanda è conseguente: cosa accade se non si riesce a far fronte agli impegni di rimborso?

Sono numerosi gli italiani che spendono più di quanto guadagnano. Che la causa sia di uno stile di vita che porta al consumismo senza saper rinunciare a determinate comodità, o ancora, dei prezzi troppo alti rispetto agli stipendi, o dell’imposizione fiscale, fatto sta che non tutti riescono ad arrivare a fine mese. Per le spese di ordinaria amministrazione ci si sostiene ricorrendo agli aiuti dei familiari, attraverso i cosiddetti finanziamenti tra privati.

La necessità maggiore si presenta per le spese di straordinaria amministrazione, alle quali spesso si fa fronte chiedendo addirittura un anticipo del Tfr (che tuttavia viene concesso solo per specifiche esigenze), o appunto, si ricorre al prestito. Siccome le banche hanno condizioni molto più severe nella concessione dei prestiti, si ricorre spesso alle finanziarie. Queste ultime si caratterizzano per tempi più rapidi e per una maggiore elasticità e flessibilità nella concessione. Dall’altro lato lo svantaggio si presenta per l’essere molto più costose.

Facciamo l’esempio di un impiegato che chiede un prestito di 12 mila euro, per la restituzione il TAEG varia dal 6,4% all’11,03%, con una rata mensile che corrisponde a 200/223 euro circa. Alla fine il beneficiario del credito, in realtà, si trova nella condizione di restituire circa 2.400 euro in più di quello che ha ricevuto. Il che si dimostra non sempre semplice. Non sono pochi i consumatori che si trovano nella situazione di non poter più pagare le rate imposte.

Cosa si intende per debito

Quando si chiede un prestito ad una finanziaria, o un mutuo bancario, si diventa, automaticamente debitori. L’istituto eroga una cifra di denaro contante e si sottoscrive un contratto per cui il beneficiario si impegna a restituirla, tramite rate, entro un certo numero di anni.

Fino al pagamento dell’ultima rata, e quindi fino alla restituzione totale della somma addizionata dagli interessi e dalle eventuali spese accessorie, il debitore è impegnato e vincolato a corrispondere con puntualità la rata pattuita.

Cosa succede se non si paga un finanziamento?

Il pagamento delle rate prestabilito è molto rigido e ben poco flessibile.
Risulta, infatti, sufficiente saltare un’unica rata di pagamento, che scatta immediatamente l’obbligo di un pagamento di interesse di mora.

Nel caso in cui una rata venga saltata per dimenticanza o impossibilità di pagare, si può venire automaticamente iscritti al registro dei cattivi pagatori che oggi vengono denominati “centrali rischi”; si tratta di banche dati che vengono utilizzate da finanziarie e banche per controllare chi è indicato come un creditore che ha mancato dei pagamenti o che addirittura li ha disattesi tutti. In questo caso ottenere qualsiasi tipo di prestito futuro da parte di altre banche, finanziarie o anche semplice credito al consumo sarà praticamente impossibile per diverso tempo.

L’unica soluzione che possa restringere i tempi è pagare il dovuto più gli eventuali interessi, ciò permette la cancellazione dall’elenco dei cattivi pagatori. Restano comunque almeno 3 anni in cui si è interdetti dall’avere altri prestiti, nonostante si abbiano tutte le carte in regola.

La lista dei cattivi pagatori: cos’è

I ritardati o mancati rimborsi delle rate nei termini contrattuali prestabiliti, prevedono la possibilità per l’ente che ha erogato il prestito, di segnalare il consumatore alle “Centrali Rischi” (CRIF) ed essere conseguentemente inseriti nella “lista nera” dei cattivi pagatori. Le centrali rischi contengono i nominativi dei soggetti che sono stati insolventi. Queste liste vengono continuamente consultate dalle banche o dalle finanziarie prima di concedere un prestito, è un iter utile al fine di conoscere il soggetto nella sua capacità di essere un buon creditore/debitore.

La presenza in queste liste, ovviamente, compromette la possibilità di avere una buona credibilità e quindi la difficoltà conseguente di ottenere nuovamente un finanziamento in futuro. Ai debitori prima di essere iscritti viene dato un avviso sulla potenziale iscrizione ad una centrale rischi. Il nominativo della persona segnalata resta in queste liste per un lasso di tempo che varia da 12 a 36 mesi, a seconda della gravità dell’inadempienza protratta.

Finanziamento non pagato: conseguenze

Nel caso in cui si sia ottenuto un finanziamento con il credito al consumo la cosa si risolve in breve: l’auto ci verrà portata via in quanto è l’oggetto soggetto di fido

La stessa identica situazione vale per un credito al consumo che si sia ottenuto per una moto, oppure per un elettrodomestico: ci verrà portato via entro breve tempo da un’azienda privata specializzata in recupero crediti.

Prestito auto non pagato: conseguenze

La differenza si ha nel momento in cui si ottiene un prestito personale, il bene acquistato non è vincolato al finanziamento, quindi la banca o la finanziaria da cui si è ottenuto il credito dovrà utilizzare tutte le vie legali possibili per ottenere la somma di denaro data a credito.

La differenza può consistere se la rata è stata semplicemente dimenticata o posticipata per impossibilità momentanea, a quel punto, è possibile ridiscutere con la banca o la finanziaria il prestito personale, cercando in questo modo un accordo sugli interessi di mora da pagare, eventuali penali, ma potrà essere tutto sommato tenendo la possibilità di continuare ad avere l’auto che si è acquistata.

Nel caso invece di rate non pagate diverse volte, la banca o la finanziaria potrebbe avviare il mandato ad una agenzia di recupero credito di riprendere i soldi in qualche modo. Queste agenzie di recupero crediti sono ditte specializzate in questo settore. L’agenzia suddetta cerca un modo per contrattare oppure passando per vie legali, con pignoramento di mobili o anche di immobili, a seconda della decisione del giudice, fino addirittura ad arrivare al sequestro o alla vendita all’asta dei beni in proprietà, riottiene i soldi dati a credito.

Indispensabile appare una premessa. Il mancato pagamento dei debiti non costituisce reato. Si va, come detto, incontro al pignoramento. Un atto che ha conseguenze sul patrimonio presente e futuro del soggetto su cui viene avviato il pignoramento. Per cui non pagare una rata di finanziamento può avere la conseguenza pratica della perdita di una parte di stipendio, o della persone o dei soldi eventualmente presenti sul conto corrente. Proprio perché si specifica “patrimonio presente e futuro” anche i soldi di una eventuale vincita sono potenzialmente pignorabili. Inoltre, anche gli eredi, salvo non rifiutino l’eredità, è bene sapere che i debiti sono tramandabili: intaccano anche il patrimonio di un erede qualora non rifiuti l’eredità del defunto.

Le tappe nello specifico

  1. I casi di morosità:

Primo passaggio è la mora che interviene in caso di ritardo nel pagamento. Col debitore in mora scattano gli interessi legali secondo il tasso prestabiliti. Quando il debitore è automaticamente in mora? Quando si tratta di pagare il prezzo di una vendita per un oggetto già consegnato; per il pagamento dei canoni di affitto;quando il debito nasce da un comportamento illecito del debitore; in tutti gli altri casi in cui il debitore ha dichiarato per iscritto di non voler pagare. Nelle altre ipotesi serve una richiesta scritta da parte dal creditore.

2. Titolo esecutivo e atto di precetto:

A seguire interviene l’azione esecutiva con l’atto di precetto. Il titolo esecutivo (assegno o cambiale o decreto ingiuntivo) va notificato al debitore con l’ufficiale giudiziario e, insieme ad esso o successivamente, va inviato anche il cosiddetto “atto di precetto”. Cosa è? L’intimazione in cui si indica al debitore il termine massimo di 10 giorni per pagare spontaneamente. Decorso tale tempo il creditore può finalmente agire con l’espropriazione forzata. Il precetto ha una validità di 90 giorni. Se entro 90 giorni non viene effettuato il pignoramento, il creditore, per poter procedere, deve notificare un altro precetto.

3. Espropriazione forzata:

A seguire si passa all’espropriazione forzata. Si tratta dei beni del debitore per rivenderli e ricavarne risorse economiche utili al creditore. Può essere il caso dell’automobile o dell’appartamento. Il processo espropriativo può essere di tre tipi: espropriazione mobiliare presso il debitore; espropriazione immobiliare; espropriazione presso terzi.

Le soluzioni alternative

Per evitare tutte queste conseguenze è consigliabile valutare, quando si chiede un prestito personale, quei prodotti offerti dalle banche che prevedono soluzioni di rimborso alternative in caso di difficoltà: come la possibilità di saltare una rata, variarne l’importo oppure accorciare o allungare il piano di rientro. In ogni caso, se ci si trova in difficoltà nel pagamento di una rata è consigliabile rivolgersi tempestivamente alla propria banca prima della scadenza in modo da trovare una soluzione adeguata al problema.

I tempi di prescrizione del debito

Generalmente, le tempistiche per la prescrizione di un debito si suddividono tra quelle a 10 anni e quelle a 5 anni:

  • cadono in prescrizione dopo 10 anni: la maggior parte dei prestiti ottenuti per beni, servizi, usi e consumi ad eccezione delle bollette di utenza
  • cadono in prescrizione dopo 5 anni: i debiti contratti senza richiesta e contratto, ad esempio i danni fatti ad un vicino o in macchina, incluse le bollette d’utenza non pagate

In ogni caso, per quanto riguarda i prestiti richiesti ad una finanziaria, il discorso è leggermente più complesso, complicato ed articolato. I casi, infatti, sono suddivisi per tipologia di prestito richiesto e ognuno di essi ha delle tempistiche di prescrizione specifiche. Qualche esempio:

  • 5 anni per: canoni di locazione, interessi, pensioni pubbliche o private
  • 3 anni per: pagamenti a liberi professionisti o aziende private che prestano servizi, ad esempio cooperative per la ristrutturazione, equipe mediche o dentistiche, studi associati di avvocati o commercialisti, muratori, operai, impiegati, negozi, infermieri a domicilio
  • 2 anni per: tasse e spese per la circolazione
  • 1 anno per: i premi assicurativi
  • 6 mesi per: pagamento di alberghi, locali turistici, ristoratori

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